LATERZA E LA GUERRA - BONGERMINO VITO



(da c'ero anch'io di Raffaella Bongermino)
BONGERMINO VITO
nato a Laterza il 20 Luglio 1932,
deceduto il 28 giugno 2011

Il borgo antico di Laterza si dispiega a ventaglio sul costone della gravina, che separa a Levante
il nuovo centro storico dalla Selva San Vito. 


Per raggiungere i nostri terreni, che coprono a terrazze uno spalto della gravina, attraversammo a guado il letto del fiume Lato, poggiando i piedi su ciottoli e sassi e facendo attenzione a non scivolare nell'acqua che scorreva dolcemente.
Con i miei genitori e la mia sorellina Elia di 3 anni ritornavamo in paese con i panieri colmi di grappoli d'uva e di fichi.
All'improvviso rombi forti assordanti di motociclette ruppero il silenzio della campagna ed uno strepitoso accorrere di persone invasero la gravina come cavallette.
Gente impaurita gridava: "I tedeschi, i tedeschi, sono arrivati i tedeschi!"
Intere famiglie con bimbi piccoli in braccio ed altri tenuti per mano, cercavano un nascondiglio negli anfratti e nelle grotte sparse sui pendii scoscesi. 
A questo trambusto, che procurò spavento a me e a mia madre, si contrappose la proverbiale tranquillità del mio genitore. Mentre tutti scendevano in gravina, noi salivamo.
Mio padre, combattente - mutilato nella prima Guerra Mondiale e volontario nel 1936 in Africa Orientale.
La nostra casa era sita in via De Deo al numero 3.
Come al solito, giunti in paese, percorremmo un tratto di Piazza Vittorio Emanuele
e poi costeggiammo Piazza Fratelli Barberio.
I nostri sguardi furono catturati da un'enorme bandiera con l'insegna della svastica che i tedeschi avevano stesa per terra, sulla rotonda, per dare ai cittadini testimonianza di aver occupato il paese di Laterza.


In via Cristoforo Colombo, strada per Ginosa, i tedeschi avevano messo un presidio nei locali di don Peppino Dell'Aquila; controllavano tutti coloro che intendevano allontanarsi dal paese:
braccianti, contadini e vari proprietari di terreni, impegnati nei lavori stagionali.

E' rimasto impresso nella mia mente il fatto che i tedeschi controllassero ogni movimento.
Ci chiedevano dove fossimo diretti;
quale fosse la campagna e talvolta il controllo si ripeteva anche al ritorno. 
Non trovavo giustificazione a questa prassi; del resto anche mio nonno si sentiva spiato e controllato in tutto.

Su di una collina, distante circa 3 chilometri da Laterza, nella contrada rurale Campanjidde,
notammo la presenza di un gruppo di soldati tedeschi che puntavano i binocoli verso il golfo di Taranto, per avvistare l'ingresso dei torpedinieri nemici inglesi.
La strada che conduceva alla sommità dell'osservatorio tedesco era disseminata di mine.

Avevo 11 anni nel 1943 e con gli amici giocavo alla guerra nelle lunghe serate estive,
convinti che da grandi saremmo divenuti soldati combattenti. 
Molti di noi, i più grandicelli, venivano reclutati per spennare i polli che puntualmente i soldati tedeschi prelevavano dalle masserie.
Non ci si poteva opporre, anzi si consegnavano anche gli animali di grossa taglia a seconda delle loro necessità.

I tedeschi sono stati in Laterza pochi giorni; mi pare sia stata soltanto una settimana
che però ha procurato molti turbamenti nel popolo laertino.
La sera vi era il coprifuoco e il paese diventava deserto dopo il vespro.
Si sbarravano gli usci e non era consentito a nessun componente della famiglia uscire di casa.

Una volta di sera bussò all'uscio di casa proprio un tedesco e fu mio padre ad aprire la porta.
Eravamo ancora a tavola per aver appena consumato la cena.
Il soldato posò il fucile in un angolo della stanza ed accettò l'invito di accomodarsi;
preferì mettersi accanto alla cucina a vapore ove scoppiettava ancora il fuoco.
Non volle prendere nulla di cibo, ma accettò un sigaro che fumò volentieri in compagnia di mio padre.
Credo proprio che quel giovane soldato tedesco abbia avuto nostalgia del calore della sua famiglia
lontana tante miglia e che abbia voluto assaporarlo nell'intimità della nostra casa.
Mio padre, felice di avergli dato ospitalità, continuò a fumare il suo sigaro tenendo in bocca la punta accesa.

Ponte delle rose bombardato dai tedeschi il settembre 1943
La popolazione di Laterza non pose resistenza ai tedeschi
in movimento per la ritirata,
nonostante avessero distrutto il ponte delle Rose,
per ritardare l'arrivo degli alleati angloamericani ed avessero minato
il serbatoio dell'Acquedotto Pugliese.