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Visualizzazione dei post da novembre, 2017

Lo Sport a Laterza

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Veduta interno Stadio Madonna delle Grazie Lo Sport è uno degli aspetti importante della cultura di un Paese. Ha "segnato" anche momenti belli per il Nostro Paese. L'Atletica  Un Momento molto importante per Laterza fu il passaggio della Fiaccola Olimpica nel lontano 21 Agosto del 1960. La Fiaccola attualmente è custodita presso l'Istituto Scolastico Diaz. Di questo Evento ne parliamo in un apposito capitolo su queste pagine. passaggio fiaccola olimpica 21 agosto 1960 Gli Atleti che stanno o hanno portato in giro per l'Italia e per il mondo il nome di Laterza come Rocco Bruno (Campione Regionale negli anni '70), Vito Minei e Anna Clemente (Campioni Nazionali nelle rispettive categorie):  Manifestazione in Piazza Vittorio Emanuele Salto in alto: Rocco Bruno Salto in lungo: Rocco Bruno Campione Regionale Salto in Alto anni '70: Rocco Bruno Era il 3 novembre del 1997 e due nostri concittadini parteciparono

Il Fuoco Olimpico a Laterza

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Il 21 Agosto del 1960 da Laterza ci fu' il "Passaggio" della Fiaccola Olimpica.  Il tedoforo giunto in Piazza Vittorio Emanuele,  viene accolto dal Vice Sindaco dell'epoca e da altri laertini dove si consuma il passaggio di mano della fiaccola.  La Fiaccola dunque, ma che fine fece? Essa fu "abbandonata" per un po di tempo in un locale dove c'era un Partito politico sulla Piazza Vittorio Emanuele. Fortuna volle che a "salvarla" dall'incuria dell'abbandono, intervenne Mario Lapenna - che pubblicamente ringraziamo - il quale la prese e la porto' presso l'Edificio Diaz dove da allora è custodita e spesso viene utilizzata per i Giochi studenteschi. Siamo andati a fotografarla e di questo ringraziamo per la disponibilità il Dirigente Lopane Francesco. Di seguito le foto in esclusiva.

MESTIERI SCOMPARSI - Il Lampionaio

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Il Lampionaio Era addetto all’accensione e spegnimento delle lanterne del nostro paese fino al 1926 quando ancora non vi era la corrente elettrica. Si metteva sulle spalle la scaletta e percorreva la via principale del paese; si fermava agli incroci dove pendevano le lanterne di ferro a pianta poligonale. Portava con sé il carburo di calcio, composto solido;  saliva sulla scaletta, svuotava la lanterna dei residui di carburo, vi metteva pezzetti nuovi, poi accendeva; ritornava il giorno dopo, al mattino presto, per spegnerle.

Mestieri (quasi) scomparsi IL CALZOLAIO (U' Scarp'r)

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IL CALZOLAIO (U' Scarp'r) Mestieri (quasi) scomparsi Le tomaie erano i prodotti finiti del sapiente lavoro del calzolaio di un tempo:  fatte in pelle di diversa qualità, come la vacchetta, pelle di mucca che serviva per confezionare scarpe di campagna; la pelle di vitello invece, era usata per le scarpe degli sposi, mentre la pelle di capretto serviva per quella dei signori. Tutte le scarpe venivano fatte su misura ed erano ordinate per la festa patronale. Quando si rompevano bisognava farle riparare: venivano applicate le suole o le mezze suole o la tomaia. Il deschetto del calzolaio era pieno di vari attrezzi: punteruoli, arnesi di varia forma, spaghi per cucire, strisce di suole ammorbidite. Ogni calzolaio preparava lo spaghetto, lo ungeva di pece e lo usava per cucire. Terminata l’operazione della cucitura, il materiale avanzante veniva usato per le piccole riparazioni. Nel Centro Storico Via Chiesa era la zona dei calzolai che hanno esercitato fino alla fine