De Mauro Vincenzo - Ultracentenario
Nato a Laterza il 17 Luglio 1915, 1° Reggimento Bersaglieri Napoli Soldato di leva 1935-1937 Richiamato il 1° Giugno 1940 Collocato in Congedo il 22 Giugno 1945
Vincenzo De Mauro durante una delle ultime manifestazioni del 4 Novembre |
Vincenzo prestò servizio di leva negli anni 1935-1937 ed il primo giugno 1940 fu richiamato per partecipare alle operazioni belliche contro la Francia. Il CAR lo fece in un paese della provincia di Cuneo. Pochi mesi soltanto di guerra; seguì presto la ritirata per le tristi condizioni climatiche e per la vittoria dell'esercito nemico.
Il Reggimento Bersaglieri fece altre istruzioni a Ferrara e poi si diresse a Napoli, per raggiungere in seguito Bari da dove s'imbarcò per l'Albania, il 4 novembre 1940. A Durazzo Vincenzo sostò alcuni giorni ed il 13 novembre fu al fronte in montagna ad Ersekè. L'offensiva greca fu così spietata da costringere i nostri alla ritirata. Si diressero verso un'altra postazione il 18 novembre e nel percorrere una vallata subirono una micidiale scarica di mortai, che causò molti morti e una brutta ferita alla coscia destra del moschettiere-bersagliere Vincenzo De Mauro.
Il Reggimento Bersaglieri fece altre istruzioni a Ferrara e poi si diresse a Napoli, per raggiungere in seguito Bari da dove s'imbarcò per l'Albania, il 4 novembre 1940. A Durazzo Vincenzo sostò alcuni giorni ed il 13 novembre fu al fronte in montagna ad Ersekè. L'offensiva greca fu così spietata da costringere i nostri alla ritirata. Si diressero verso un'altra postazione il 18 novembre e nel percorrere una vallata subirono una micidiale scarica di mortai, che causò molti morti e una brutta ferita alla coscia destra del moschettiere-bersagliere Vincenzo De Mauro.
La ferita grondava molto sangue. Il primo soccorso Vincenzo lo ricevette dal più vicino ospedale da campo dove cercarono di tamponare quel rigagnolo rosso; lo avevano condotto 4 barellieri. Gli andarono incontro un ufficiale e due infermieri. Uno di costoro era Nicola Sciscio, un paesano che lo riconobbe solidale gli offrì la borraccia perché sorseggiasse un po' di liquore e riprendesse vigore. Era corso in aiuto Leggiadro Lorenzo, altro infermiere di Laterza. Costui si offrì , insieme a Nicola, come barelliere per trasportare il loro paesano ferito in un ospedale più grande e più attrezzato.
L'infermiere Lorenzo, inconsapevolmente, sfuggì alla carneficina della sua postazione sanitaria per via delle incursioni delle cannonate dei greci. E quando Vincenzo De Mauro e Lorenzo Leggiadro, cessata la guerra, furono congedati e si incontrarono in paese, quest'ultimo disse all'amico: "Grazie alla tua ferita io sono ancora in vita".
Il Nostro fu trasportato in aereo all'ospedale di Tirana ove stette 40 giorni in cura. In seguito fu imbarcato sulla più grande nave ospedaliere, Lagradisca, con approdo a Bari, il 19 dicembre 1940. Con il treno ospedaliero il giorno seguente fu condotto a Livorno presso l'ospedale militare Costanzo Ciano. Per raggiungere Volterra fu fatto salire su di un treno con cingoli, munito di due locomotive; una anteriore per trainare, l'altra posteriore per spingere, consentendo al treno l'arrampicata in montagna.
Trascorsero alcuni mesi di convalescenza e, 1'8 aprile 1941, Vincenzo fu assegnato al Deposito 1° Reggimento Bersaglieri in Napoli.
E venne l'armistizio. Seguirono giorni di sbandamento per i soldati, privi di comandi superiori. Ognuno di essi fu preso dal desiderio di vedere la propria famiglia e sentire il calore della propria casa. Tutti i reduci abbandonarono la postazione di Sant'Angelo e si avviarono sulla strada del ritorno, incuranti dei pericoli a cui andavano incontro per la presenza dei tedeschi in ritirata.
Bisognava disfarsi della divisa militare. Vincenzo era ben voluto dai cittadini di Sant'Angelo dei Lombardi che gli fecero indossare una divisa collegiale, appartenuta ad un loro figliolo, studente liceale. Con quell'abito, suo padre, lo scambiò con un soldato tedesco; gli girò le spalle, quando lo intravide mentre le pecore del padrone, "don" Alberto Dell'Aquila, pascolavano nel campo della masseria delle Sarole.
Era stato rifiutato. Così era sembrato a Vincenzo che aveva sostenuto disagi e patito sofferenze. Aveva dormito al riparo di muretti ed in baracche sgangherate. Si era nutrito di quel che la campagna autunnale gli aveva offerto: aveva percorso a piedi oltre 500 chilometri. Era esausto e demoralizzato, anche perché l'ultimo tratto di 100 chilometri lo aveva percorso da solo. A Bari si era staccato dai commilitoni salentini che continuarono il cammino verso Lecce.
Il 6 ottobre 1943, Vincenzo De Mauro, si presentò al Deposito 140° e fu assunto in forza al 13° Battaglione. In Brindisi il 7 gennaio 1944 fu inserito nel 350° Battaglione. Seguirono licenze ed assunzioni fino al Congedo illimitato del 23 novembre 1945.