Festività Religiose



Laterza possiede grandi tradizioni religiose. Nel corso dei secoli i nostri antenati hanno usato per il culto religioso prima le grotte naturali, poi chiese vere e proprie. Il nostro territorio è particolarmente ricco di grotte, le più famose sono quelle di San Pietro, con cunicoli lunghi alcuni chilometri.
Grotte di San Pietro
Secondo la tradizione pare vi abbia soggiornano San Pietro mentre si recava a Roma. In queste grotte i laertini si sono rifugiati nel corso dei secoli quando i pericoli si facevano più grandi. Lungo i 12 km della nostra Gravina ci sono numerose chiese rupestri (trenta): i monaci e la popolazione laertina vi svolgevano i culti religiosi. 

Chiesa Assunta 1112 Foto Monopoli
La chiesa più antica di Laterza è l’Assunta (1112) ove viene festeggiata il 16 Luglio di ogni anno la Madonna del Carmine. Nelle vicinanze vi è il Santuario Mater Domini dedicato alla Madonna, patrona di Laterza (una grande festa si svolge il 20 Maggio). Altre festività sono quella dei Santi Medici (ultima domenica di Settembre – prima il 27 Settembre), di San Lorenzo (nella chiesa Matrice il 10 Agosto), Santa Lucia (il 13 Dicembre), Sant’Antonio (il 13 Giugno), Madonna delle Grazie (chiesa di campagna festeggiata il Martedì dopo Pasqua).
Il mese di Maggio è il più atteso dai laertini, vi ricorre, infatti, la festa della Mater Domini, patrona di Laterza che da secoli scandisce il passare degli anni. Il 20 Maggio una pioggia di petali profumati e bigliettini votivi copre la statua della Vergine lungo il percorso che va dal Santuario alla Chiesa Madre di San Lorenzo. La processione si snoda lungo le vie del paese fra ali di folla composta. La statua della Venerata, una volta giunta in San Lorenzo, viene esposta ed è oggetto di visite da parte dei fedeli.

20 Maggio 2014

20 Maggio anni 60
Una processione in senso inverso viene effettuata il giorno dell’ottava e riporta la statua della Vergine al Santuario fra la presenza di pellegrini provenienti da altri paesi.
L'Ottava
Particolare interesse suscita il corteo dei fedeli aperto dai “tamburre” (gruppo bandistico di bassa musica) ed uno stendardo che riproduce l’immagine della venerata. Seguono le “verginelle” che hanno appena ricevuto il sacramento della comunione, fino a non molto tempo fa preceduto dai gruppi delle confraternite di San Carlo, della Vittoria, dell’Assunta, del Purgatorio, distinguibili dai colori delle mantelline.

Processione in Via Concerie
La processione è accompagnata da file di fedeli recanti in mano in segno di devozione un cero acceso. Il corteo retrostante la Vergine è aperto dai rappresentanti del Comitato e dalle autorità civili e militari. Seguono i gruppi bandistici e una folla di fedeli. Tradizione vuole che l’inizio e la fine della processione siano sanciti dal cosiddetto “pjizz’” (fuochi artificiali). Il programma religioso è accompagnato da uno civile con illuminazione artistica, concerti bandistici e musica leggera, fuochi pirotecnici e la tradizionale fiera il giorno 21 Maggio. Particolare interesse suscitò nel 1985 il pellegrinaggio chiamato “Peregrinatio Mariae” che interessò le parrocchie locali durante la Quaresima per festeggiare il Bimillenario della nascita di Maria.
Interno Cripta Chiesa semi-Ipogea Madonna delle Grazie

Processione Madonna delle Grazie
Altra festività locale è quella in onore di Maria SS delle Grazie ricorrente il Martedì dopo Pasqua. In tale giornata i laertini si riversano in periferia del paese sulla via per Santeramo ove è sita la chiesetta che per l’occasione ospita l’immagine sacra. Molti sono coloro che considerano questo giorno la vera Pasquetta dei laertini per la particolare atmosfera del luogo dei festeggiamenti. La presenza dei macellai locali con il cosiddetto “fuquone”, preparano le specialità dell’arrosto. Vi si consuma il dolce chiamato “scarcedda”. La processione riporta l’immagine sacra nella chiesa di Santa Filomena a bordo di un carro addobbato per l’occasione.

Festa Sant'Antonio 13 Giugno 2015
Il 13 Giugno, con una solenne cerimonia religiosa all’aperto, nel piazzale antistante il Convento dei Cappuccini e con le numerose “chiesuole” che i bambini si divertono a costruire nei propri rioni utilizzando come ornamento catenelle con le scritte votive raccolte il giorno della processione della festa patronale, Laterza , unico paese nella provincia di Taranto, festeggia il Santo di Padova. Pochi giorni prima del 13 Giugno i bambini battono le vie del paese chiedendo un’offerta a Sant’Antonio. Il ricavato serve per acquistare candele, mortaretti, stelle filanti e altro materiale pirotecnico che si accenderà il giorno della festa quando, su una parete esterna della strada del rione, viene realizzata la chiesuola con festoni di catenelle colorate. E’ questa una festa del quartiere che termina con mortaretti e stelle filanti. 

Festa San Vito Giugno 2015
Vi sono alcuni che, devoti di San Vito, rifanno la chiesuola due giorni dopo. E’ questa una tradizione che affonda le sue radici nel tempo, ma è tenuta ancora in vita con entusiasmo. 

16 Luglio Festa Madonna del Carmine
Il 16 Luglio si svolgono i festeggiamenti in onore della Madonna del Carmine, protettrice degli artigiani. Questa festività assume un particolare fascino dovuto al luogo di svolgimento della funzione religiosa (piazzale antistante la chiesa dell’Assunta) e per il fatto che la processione ha luogo nel tardo pomeriggio. Tradizione vuole che in questa giornata tutti gli artigiani del paese si fermino. Anche in questa occasione il programma dei festeggiamenti è arricchito da intrattenimenti di spettacoli che allietano il paese nei giorni 16 e 17 Luglio.

Festa Santi Medici anni '70


Il giorno 27 settembre (recentemente la festa si svolge l’ultima domenica del mese) si festeggiano i Santi Medici Cosma e Damiano. Particolare di questa festa è il percorso della processione che si spinge all’interno del centro storico attraversandolo nelle sue parti più caratteristiche quali la zona della Fontana cinquecentesca e del Purgatorio.

Palio San Lorenzo 2004
I festeggiamenti in onore di San Lorenzo, a cui è intitolata la chiesa Madre, con relativo programma religioso e civile si svolgono nel Centro Storico.

La Pnova (grande falò)
Santa Lucia
Il giorno di Santa Lucia il programma religioso viene arricchito dalle “panova” (grande falò) e dai fuochi d’artificio serali. 

A Laterza si officia la Novena a Gesù Bambino al mattino presto e l’annuncio è dato dal suono delle campane e dalla Bassa Musica, dallo scoppiettio dei petardi che si sentono durante tutta la celebrazione. In molte famiglie si inizia ad arricchire la propria casa con addobbi natalizi il giorno di Santa Cecilia mentre la sera del 7 dicembre si organizza un cenone per attendere la mezzanotte per e dare inizio ai festeggiamenti natalizi con il giorno dell'Immacolata. 
I laertini, fino a non molto tempo, fa bruciavano nella notte della Vigilia del Santo Natale, un grosso ceppo che aveva il significato di distruggere il peccato originale; le mamme continuano a dire ai piccoli che il fuoco si accende quella sera per asciugare i pannolini del bambinello; così torna in mente “l’assucapann”, asciugatoio di giunco a forma di cupola che veniva posto sul braciere perché il calore tenue della carbonella asciugasse i pannolini di stoffa dei bambini. 

l’assucapann
I Sepolcri del periodo pasquale partono in processione dalle tre parrocchie del paese, subito dopo la celebrazione in “Cena Domini”, la sera del Giovedì Santo. Sfilano, e a volte si incrociano annunciati dalla croce. 

Processione dei "Misteri"
Intonano canti, letture, preghiere, sferzati da un umido vento di scirocco. Procedono lentamente coprendo gli spazi cittadini che separano i luoghi sacri in cui decine di “sepolcri” annunciano e colorano la presenza del Cristo. 
Quella dei Sepolcri è un usanza popolare significativa della religiosità laertina; trova le sue origini nella cultura contadina del culto della terra, nelle ansie e nelle attese legate ai tanti bisogni dell’universo agricolo. Sistemate in piatti piantine di grano, lenticchie, ceci, piselli crescono nascosti alla luce del sole “i sbbulch” preparati a partire dal 25 Marzo, giorno dell’Annunziata. 
La sera del Martedì Santo fanno mostra di sé nelle chiese ai piedi dell’altare, pronti ad essere adorati insieme all’evento di cui sono simbolo ed elemento sacrificale. Un tempo ritornavano ai campi perché li proteggessero dalla cattiva annata. La partecipazione popolare diventa totale la sera del Venerdì Santo, con la rappresentazione dei Misteri. 
Subito dopo la celebrazione in “Passione Domini” che trova il suo epilogo nello scoprimento della croce, la processione parte da Santa Filomena e si snoda, fra canti e preghiere, tra due ali di folla, per il percorso cittadino con una drammatizzazione dai contenuti simili alla vita di tutti i giorni.

Riti e Superstizioni

Le credenze relative all’esistenza di esseri visibili e invisibili come geni, demoni, spiriti capaci di influenzare in modo benefico e malefico il corso della vita degli uomini, le pratiche per utilizzare a proprio vantaggio le energie naturali, il bisogno di attribuire ad oggetti o raffigurazioni valore simbolico, sono tipiche forme di tradizioni degli antichi abitatori del territorio laertino. Lo stesso rito dei defunti presso le popolazioni Peucete, con le credenze religiose diffuse più di 2500 anni fa, prevedevano la sopravvivenza in una vita ultraterrena. 

Ciò si deduce dall’orientamento dei sepolcri in direzione Est-Ovest, in rapporto con il moto del sole dal sorgere al tramonto; la disposizione fetale dei defunti, adagiati nella terra come in un nuovo grembo materno, con il cerimoniale funerario con banchetti e libagioni (u’ quenze), iniziano alla vita ultraterrena. I nostri avi erano convinti del prolungamento della vita nell’oltretomba e disponevano un ricco corredo funerario anche per assumere cibi e bevande. La consuetudine di esporre i cadaveri con deposizione del defunto sul letto funebre con i piedi verso la porta, ci ha portato a disporre il letto in altra direzione, per scacciare in questo modo, con un atto di magia imitativa, la morte. 

Significativa è anche la pratica delle costruzioni sepolcrali dei Dolmen, dei Menhir e delle Specchie. La credenza del malocchio ha indotto gli antichi abitatori del nostro territorio a difendersi con oggetti neutralizzanti come le antefisse fittili a testa di gorgone o di sileno nelle costruzioni delle nostre zone. La funzione di amuleto veniva data a manufatti di forma particolare come i pendagli ritrovati nei corredi funerari. In una tomba dell’Età Eneolitica della Valle delle Rose, è stato ritrovato un amuleto in rame a forma di scarpa e un simbolo fallico in osso con numerose accettine forate in pietra levigata che testimoniano la trasposizione nella sfera magico superstiziosa di oggetti destinati ad uso pratico. 



Altri oggetti ritrovati sono il nodo ercuneo, la lunula, i dischi fittili. Per gli antichi laertini magia e religione costituivano un nesso inscindibile: carattere magico presentano i riti propiziatori per ingraziarsi potenze superiori che controllano il corso della natura e della vita umana come il focolare in struttura litica con resti di frustuli di carbone e graminacee a testina antropomorfa fittile, raffigurazione della dea madre o gli oggetti anatomici in terracotta come mani, piedi, gambe, braccia, mammelle organi genitali maschili e femminili, maschere teatrali tavolette poliviscerali, fruttuli fittili. Il ruolo predominante dell’allevamento nell’economia produttiva delle nostre popolazioni della Murgia diventava motivo di ispirazione per i figuli che riportavano sui vasi forme di animali, occhio umano, satiri. Un significato propiziatorio assumevano i numerosi oggetti offerti ai defunti. Alcune superstizioni diffuse ancora oggi fra i laertini, conservano una analogia sorprendente con le credenze remote: si pensi agli amuleti indossati come gioielli, all’offerta di ex-voto nel Santuario, al significato attribuito alle corone e ai fasci di fiori offerti ai morti.